A’merica
regia di Maurizio Carlo Luigi Vitale

Sinossi


Un paesino della Sicilia verso la fine degli anni ’30, Un emigrato è tornato dopo tanti anni al suo paese. Viene accolto a casa della sorella dalle tre nipoti e convince suo malgrado Paolo il nipote maschio a emigrare anche lui seguendo lo zio in America alla fine della sua vacanza. Paolo infatti resta invaghito dai racconti fatti al bar di Pietro da suo zio. Ma la notizia scatena il lutto delle tre sorelle femmine, tutte e tre illibate, che vedono l’unico uomo di casa allontanarsi e lasciarle sole, zitelle e con la madre costretta a letto. Il lutto però non durerà a lungo, la visita del maestro Sanfilippo, che tutte e tre le sorelle vedono come possibile marito riporterà un pò di tranquillità e di gaiezza. Spettacolo brillante, contemporaneo, divertente ma non comico, alterna momenti di riflessione come le mareggiate che affrontano i migranti durante il loro viaggio, o i racconti degli stessi migranti che spiegano in modo crudo i motivi della loro improrogabile partenza, o ancora la lettura fuori campo di lettere realmente scritte da migranti alle famiglie rimaste in Sicilia, alterna si diceva a momenti brillanti di grande ritmo e movimento come il ritorno a casa di Paolo, accolto e lavato dalle sorelle o la visita del maestro Sanfilippo,

o ancora una indiavolata mosca cieca che coinvolge gli attori ed’è immagine dell’Italia confusa e drammaticamente sull’orlo di un conflitto di proporzioni mondiali.

Fino a un momento poetico come le riflessioni delle sorelle, di Paolo e suo zio e di Pietro e del maestro Sanfilippo che con toni estremamente surreali si interrogano su quanto sta loro accadendo.

Atto unico di 80 min.


Spettacolo contemporaneo divertentissimo, frutto di una ricerca sul teatro sperimentale portata avanti dalla compagnia teatrale I Policandri e mirata a mettere in scena una realtà che secondo il regista Maurizio Carlo Luigi Vitale “non esiste e quindi dobbiamo trovare sempre nuovi modi di metterla in scena” e in cui la vita quotidiana si racconta attraverso una azione e un gesto scenico sempre più nudi di riferimenti didascalici e altresì pregni di teatro del corpo. Testo nato soprattutto dall’improvvisazione degli attori durante il montaggio dello spettacolo con la tecnica dell’autore attore.


Testo di Maurizio Carlo Luigi Vitale


Assistente regia: Greta Pecora
Effetti sonori: Giuseppe Calisti


Liberamente ispirato dal racconto “La mia America” di Serafina Spatafora.

Lettere immigrati raccolte dal libro “Orizzonti Lontani” di Salvatore Maurici.