Le Supplici di Eschilo

Regia di Maurizio Carlo Luigi Vitale

Sinossi


Un gruppo di migranti, quasi tutte donne, tra di loro solo un maschio, è accolto dai volontari che danno loro acqua e aiuto. Finito il loro lavoro i volontari si allontanano, le migranti intonano allora una preghiera, pregano un dio. Chiedono al dio di aiutarle ora che sono fuggite dalla tracotanza degli uomini, ora che si sentono al sicuro in una terra diversa ma che in verità non è loro straniera, perché alla fine tutti discendiamo dalla stessa stirpe. Viene il momento in cui l’unico uomo arrivato con loro, forse il loro scafista, il loro nocchiero, suggerisce un comportamento, un protocollo da seguire per non indignare i potenti della terra ospitante. E difatti di li a poco ne scorge l’approssimarsi. L’uomo allora prepara in fretta e furia una croce, rinchiude le donne in un recinto e vi pone la croce a guardia. Ed ecco che arriva di corsa una scrivania, delle suppellettili, un sedia. Sono trasportate da strani personaggi, con loro corre uno strano uomo in giacca e cravatta. Velocemente viene allestito un ufficio e l’uomo in giacca e cravatta, seduto alla scrivania, inizia l’interrogatorio delle donne e dell’uomo. L’uomo rappresenta il potere lì in quel posto, in quel momento, Osserva come sono vestite le donne e ne scorge le differenze che con quelle della sua terra, infatti le donne ricordano con le loro vesti, con i loro modi, le donne dell’Islam. Poi mentre l’interrogatorio scorre, l’uomo si toglie la giacca, la cravatta, le scarpe, le calze, si libera dei simboli del potere. Comprende le richieste delle donne e da regnante di un paese libero dice loro che è suo dovere aiutarle ma altresì ripudiare la guerra che scaturirebbe da questo aiuto, che non può lasciarle in difficoltà ma che non è lui, per quanto potente, a poter decidere, ma la Democrazia. L’uomo empatizza con le donne, le fa uscire dal recinto e si spaventa quando queste minacciano il suicidio se la nuova terra si rifiuterà di accoglierle. Comprende i motivi e i significati del loro gesto e decide di sottoporre a chi sta al di sopra di lui, il popolo, la questione. Si allontana portando con se l’uomo venuto con le donne che rimaste sole si interrogano sul loro destino. Di li a poco ritorna, accompagnato dall’uomo venuto con le donne che sommamente felice annuncia che la richiesta di asilo è stata accolta, ora tutte loro sono libere cittadine dei questa terra altra. Ma la felicità dura poco, un emissario della terra natia delle donne appare in quel luogo, mostra tracotanza, follia, cattiveria. Vuole riportare le donne in patria ed è disposto a qualsiasi atto violento pur di assolvere al suo compito. L’uomo potente di quella terra che precedentemente si era allontanato ritorna, affronta l’emissario, dichiara di non temere la sua violenza e lo convince ad allontanarsi a ritornare senza le sue prede in patria. Non teme le parole di futura guerra che sente pronunciare all’emissario e lo scaccia. Ora le donne sono libere e possono mescolarsi tra la gente disperdersi in piena libertà, ma soprattutto, ora possono avere  un nome, ognuna di loro.