L’Inferno di Ugolino Variazioni sul XXXIII° canto di Dante
Regia di Maurizio Carlo Luigi Vitale
(Regia Fiction Angelo Butera)
Spettacolo presentato al festival di Pollina 2011.
L’Inferno di Ugolino Variazioni sul XXXIII° canto di Dante
Regia di Maurizio Carlo Luigi Vitale
(Regia Fiction Angelo Butera)
Spettacolo presentato al festival di Pollina 2011.
Due demoni, vestiti quasi come preti, sfuggenti e lesti come fantasmi, fanno scomparire dalla scena il telo dove fino ad un attimo prima si era proiettata la fiction “La bocca sollevò dal fiero pasto”. Un gruppo di dannati avvolto in un canapo, tirato da altri demoni irrompe in scena, a seguito dell’ingresso di Dante, il quale, insolitamente per il luogo, non accompagnato dal poeta Virgilio. Alcuni dannati portano al collo la catena che servirà a rinchiuderli nelle “torri”, le soffocanti gabbie che rappresentano il loro Inferno. Ad un cenno del Maggiore dei Demoni il XXXIII° canto di dell’Inferno di Dante prende vita, il racconto è rivissuto proprio dal Sommo e dai suoi personaggi. Ma al termine dell’invettiva contro Pisa ecco che appare chiaro che Dante non è in visita agli inferi ma bensì è collocato anch’egli all’Inferno. Il Sommo assiste infatti al processo contro Ruggeri, il vescovo capace di tali atrocità che il Conte ne rode la nuca da siffatto tempo che oramai nel grande teschio del prelato vi entra fino alla cintola. Ma Ruggeri, o meglio la sua anima, è presente, rinchiuso nel suo assurdo abito talare, dal quale uscirà dannato come gli altri, a dimostrare che il suo essere uomo di Chiesa era solo abito e non vocazione. Ma il processo è anche contro Il Conte Ugolino della Gherardesca, il Guelfo traditore di Ghibellini, Il Ghibellino traditore di Guelfi, contro la politica, la società, la Chiesa dell’epoca del Ducento. Epoca nella quale la grandiosità dell’Arte, Giotto in primis, si lordava del sangue di un Italia nomata all’epoca: “la terra dei morti”. Ma il processo si allarga, ora imputato è il tradimento. Il tradimento che inebria chi tradisce e inaridisce colui che lo ha subito tanto da prepararlo all’Inferno. Ma è ancora il Demone Maggiore a disporre delle anime, le fa liberare affinché tutto ricominci. Ora è chiaro tutti sono all’Inferno, vittime e carcerieri rinchiusi in questo luogo altro, dove questo stesso racconto si ripete uguale a se stesso per l’eternità. Demoni e Dannati allora urlano i “non mi piace..” da loro stessi vergati, per ciò che era ieri, per ciò che è oggi, perché l’Inferno è senza tempo. Nulla cambia e nell’indifferenza generale qualcuno cerca conforto nella poesia, nei versi di Montale. Poi la verità irrompe, l’Inferno non esiste, i Demoni non esistono, è l’essere umano a creare il male per poter credere nel bene, ognuno è artefice del proprio destino in vita e se mai dovesse esistere, all’Inferno. Ma allora chi è in scena, chi ha architettato tutto questo? Ma è chiaro….
Aiutoregia Rosetta Iacona
Assistente alla regia Alessia Ilardi
Assistente alle scene Concetta Sardina
Consulenti al testo e organizzazione generale proff. Nino Barreca e Caterina Lombardo del Liceo d’Arte “Diego Bianca Amato” di Cefalù
Consulente per la recitazione e la dizione Rosetta Iacona
Testo di M. C. L. Vitale, che ha curato anche l’adattamento sul XXXIII° canto di Dante, sulla poesia “Il sogno del prigioniero” di E. Montale e sulle incursioni al testo del gruppo attoriale
Ideazione scenografie M. C. L. V.
Realizzazione scenografie Proff. Giorgio Gristina, Sergio Arsena, Gianni Ballistreri, Emilio Triolo del Liceo d’Arte “Diego Bianca Amato” di Cefalù
Ideazione costumi M. C. L. V.
Realizzazione costumi proff.sse Mimma Mazzola e Benedetta Vutano del Liceo d’Arte “Diego Bianca Amato” di Cefalù
Interpreti:
Daniele Gargano CONTE UGOLINO
Dario Lo Bello DEMONE MAGGIORE
Rita Viscuso DANTE
Roberto Scaffidi VESCOVO RUGGERI
Stefania Restivo MOGLIE
Stefania Castiglia GADDO
Luca Ammirata UGUCCIONE
Giorgia Castelli ANSELMUCCIO
Francesca Oddo DANNATO
Carmela Culotta DEMONE
Diana Gullo DEMONE
Laura Panzica DEMONE
Manuela Marsiglia DEMONE
Saro Noto DEMONE